PROTEINE e CANCRO – C’è una relazione?
Sentiamo spesso ricercatori e professori sostenere che le diete iperproteiche sono dannose per la salute, causando aumento di peso ma anche patologie importanti come tumori e danni renali. Questo crea preoccupazioni sia nelle persone comuni sia nei professionisti, in quanto quest’ultimi hanno una responsabilità nei confronti dei propri pazienti.
PERCHE’ LE PROTEINE DOVREBBERO AUMENTARE IL RISCHIO DI SVILUPPO DI CANCRO E RIDURRE L’ASPETTATIVA DI VITA?
Uno dei meccanismi che vengono spesso citati da alcuni medici coinvolge l’ormone della crescita (GH) e il fattore di crescita IGF-1. Entrando un attimo nella biochimica, l’assunzione di proteine può andare a stimolare l’attività del GH, il quale andrà ad interagire con il proprio recettore. Quest’ultimo presenta una struttura tipica, in quanto è accoppiato a proteine molto note, le JAK-STAT. Il legame GH-recettore induce una risposta caratterizzata dal distacco delle STAT, che andranno a stimolare la produzione di IGF-1, il quale entrando nel torrente ematico determinerà una serie di risposte che portano all’attivazione di mTOR e quindi a risposte di crescita cellulare.
Detto in parole semplici mangiare proteine potrebbe attivare vie fisiologiche di crescita cellulare.
Tuttavia, anche in presenza di un aumentato apporto calorico o un aumentato apporto di zuccheri o carboidrati, si stimolano vie che determinano risposte di crescita.
MA QUESTO E’ LA CAUSA DI SVILUPPO DI TUMORE?
Attualmente noi sappiamo che nello sviluppo di un tumore abbiamo una serie di processi che possono essere schematizzati in due fasi:
- Nella teoria attualmente accettata, esiste una prima fase caratterizzata da mutazioni genetiche con conseguente formazione di cellule alterate
- Una seconda fase di crescita cellulare incontrollata delle cellule alterate
In questo contesto, bisogna innanzitutto riconoscere che è vero che l’attivazione di mTOR determina una serie di risposte di crescita cellulare, ma bisogna anche sottolineare come, sulla base della letteratura scientifica attuale, l’attivazione di questo non rappresenti un fattore di mutazione ma una normalissima risposta dell’organismo non associata a patologie.
Andiamo a vedere alcuni studi (per la bibliografia precisa guarda il video youtube qui sotto) secondo cui il consumo di proteine è associato a un maggior rischio di cancro e a una riduzione dell’aspettativa di vita. Questi studi sono principalmente condotti su animali, studi in patologia e studi osservazionali.
Il più famoso è lo studio osservazionale condotto da Longo e Fontana, basato sull’utilizzo di modelli matematici. Questo studio ci dice che:
- Chi mangia più proteine a 50 anni morirà prima
- Chi mangia più proteine a 80 anni morirà più tardi
Questo, secondo gli autori, è spiegato dal fatto che dopo una certa età l’assunzione di proteine determina una serie di vantaggi legati al mantenimento o miglioramento della massa muscolare con conseguente miglioramento dello stato di salute e riduzione della mortalità. Inoltre, in età anziana l’organismo perde di efficienza e questo si traduce anche in una rallentata crescita cellulare e una riduzione del rischio di sviluppo di tumore. Tuttavia, a 50 anni, quando questi problemi non sono presenti, le proteine potrebbero stimolare le vie di crescita cellulare, come detto sopra, ed essere coinvolte nella genesi dei tumori. Inoltre, hanno visto che chi mangia più proteine ha livelli più elevati di IGF-1 e, sulla base di studi su animali e in patologia, chi ha livelli più bassi di IGF-1 presenta un rischio inferiore di presentare mutazioni del recettore del GH e quindi minor rischio di insorgenza di cancro.
QUALI SONO LE LIMITAZIONI ALLA BASE DI QUESTA IPOTESI?
- Le basi teoriche si snodano da studi animali e di patologia. Il funzionamento di una persona sana potrebbe non essere paragonabile ai modelli animali e i dati in patologia potrebbero non applicarsi. Abbiamo, quindi, in primis un problema di tipo logico.
- Classici problemi degli studi osservazionali e delle modellizzazioni matematiche. L’associazione non sempre è casualità.
- Difficile valutare da questo studio cause e conseguenze, vista l’alta complessità delle componenti dietetiche.
- Problemi classici di valutazione (es. questionari per l’intake dei macronutrienti)
- Lo studio non dà indicazioni sui diversi tipi di proteine animali (es. carne processata e bruciata hanno un ruolo ben definito nell’eziologia di alcune tipologie tumorali)
- La letteratura scientifica non mostra dati solidi riguardanti il consumo di proteine e le mutazioni del DNA, ma ci sono dati certi relativi al ruolo mutageno di carne processata, carne bruciata, presenza di nitriti e nitrati.
L’ultimo punto è fondamentale perché ci sottolinea che dobbiamo essere in grado di slegare gli effetti del consumo di proteine da fattori di rischio con meccanismi noti e in particolare dobbiamo scindere gli effetti del consumo di proteine dagli effetti del consumo di carne rossa. Infatti, sappiamo che consumare carne rossa in alcune sue forme e in determinati contesti, rappresenta un fattore di rischio:
- Il consumo di carne bruciata, così come di carne processata e lavorata ricca di conservanti è un fattore di rischio
- Un’alta presenza di ferro, soprattutto in un contesto di ridotto consumo di prodotti vegetali, potrebbe essere pro-ossidante e negativo per la salute
- La presenza di acidi grassi saturi, naturalmente presenti all’interno della carne rossa, in un contesto di dieta occidentale, ipercalorica, con elevato consumo di carboidrati e senza fattori protettivi come l’allenamento e il consumo di prodotti vegetali, rappresenta un fattore di rischio
È, quindi, fondamentale essere in grado di individuare quali conseguenze sono da attribuire al consumo di carne rossa, nelle sue varie forme e all’interno di contesti specifici, e quali sono da attribuire alle proteine.
Non possiamo dire che le proteine causano il cancro e che riducono la longevità con i risultati di un singolo studio, soprattutto visti tutti i fattori confondenti e i limiti dello studio considerato.
TUMORI e MORTALITA’: COSA DICE IL RESTO DELLA LETTERATURA?
In questo contesto, essendo molto complesso avere delle metanalisi di studi controllati e randomizzati (RCTs), cioè gli studi all’apice della piramide scientifica, abbiamo a disposizione principalmente metanalisi di studi osservazionali (che presentano un livello di evidenza inferiore rispetto a metanalisi di RCTs).
Una metanalisi del 2023 è andata a valutare gli effetti della sostituzione nella dieta della percentuale di proteine animali con altri fonti quali grassi e carboidrati sulla mortalità generale, sulla mortalità cardiovascolare e sui tumori. Dopo aver corretto i vari fattori confondenti noti presenti nello studio (intake calorico, alcool consumato, intake di fibre ecc.) è emerso che: non si è trovata un’associazione tra assunzione di proteine animali e mortalità per cancro. L’ipotesi dello studio di Longo è regge a queste evidenze.
Analizzando ancora più a fondo i risultati mostrati dallo studio però si nota un’associazione tra il consumo di proteine animali e mortalità cardiovascolare. Questa associazione sembra essere guidata da un elevato consumo di carne rossa e di carne processata. Tuttavia, abbiamo visto prima come legati all’associazione CARNE ROSSA – MORTALITA’ ci sia tutta una serie di fattori confondenti legati alla sua forma e al contesto (conservanti, bruciato, dieta ipercalorica, dieta occidentale, sale).
Inoltre, in questo studio così come in tutti gli studi si vede che le proteine vegetali rappresentano un vantaggio in termini di salute, quindi aumentare il consumo di queste e ridurre il consumo di quelle animali potrebbe essere vantaggioso sul lungo periodo.
Un’altra metanalisi del 2020 non trova alcuna associazione tra il consumo di proteine e un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause, incluse patologie cardiovascolari e tumori. Anche questa metanalisi evidenzia un vantaggio dato dalle proteine vegetali.
Un ulteriore metanalisi, sempre del 2020, non riporta una chiara associazione tra consumo di proteine e aumentato rischio di mortalità, anzi, mostra addirittura che il consumo di proteine sia associato ad un minor rischio di mortalità per tutte le cause.
In conclusione possiamo dire che questo aspetto nutrizionale risulta essere molto complesso da valutare, in primis perché non abbiamo a disposizione studi randomizzati controllati che ci possono garantire un’ottima evidenza scientifica. Tuttavia, la letteratura a disposizione non mostra un’associazione negativa tra il consumo di proteine e la mortalità per cancro e patologie, anzi in alcuni casi abbiamo addirittura un possibile effetto positivo. Gli unici dati scientifici che presentano un’associazione tra consumo di proteine e aumento della mortalità presentano un grandissimo fattore confondente, quale il consumo di carne rossa, soprattutto bruciata, trasformata e in contesti di dieta occidentale e di dieta ipercalorica in assenza di fattori protettivi quali, allenamento e consumo di prodotti vegetali.
Attualmente quindi, non abbiamo dati che ci suggeriscono di seguire diete ipoproteiche, di eliminare le proteine animali e che le proteine fanno male. Quello che possiamo consigliare è di:
- Ridurre il consumo di carne rossa bruciata, soprattutto se in un contesto di dieta ipercalorica e in un contesto di aumento del peso
- Evitare le carni trasformate
COME COMPORTARSI E QUALI SONO I MIEI CONSIGLI
- Per lo sportivo apporti di 1,6 g/kg di peso di proteine in fase di massa (una revisione molto importante di Menno Henselmans e Stuart Phillips ci dice con questo apporto massimizziamo la sintesi proteica)
- Ridurre leggermente l’apporto proteico in periodi di mantenimento
- Aumentare l’apporto proteico in fase di definizione (sono periodi di tempo ristretti, con nessun rischio per la salute)
Accanto a queste indicazioni, risulta molto importante:
- Curare l’allenamento a seconda della fase in cui siamo
- Avere uno stile di vita attivo
- Controllare il sonno, sia in termini quantitativi che qualitativi
- Evitare di raggiungere percentuali di massa grassa elevate
- Ridurre il consumo di carne processata e non abusare di carne rossa.
Considerando i dati scientifici che abbiamo a disposizione, sottolineo nuovamente che non abbiamo nessun dato che ci mette in guardia riguardo il consumo di proteine.
A maggior ragione, se sei un atleta o uno sportivo, ridurre l’apporto proteico determina molti svantaggi in quanto avrai meno muscoli, ti sentirai meno performante e meno forte, con un aumentato rischio di infortunio e un’estetica peggiore.